Mauro Pagliai Editore. 2016
“Firenze brucia. E io l’ho perdutamente amata…”. La storia di Oriana Fallaci è legata a doppio filo a quella della sua città, ma non è una storia facile: ci sono amore e odio, passioni che bruciano, rotture e riconciliazioni. Nencini, nel suo libro, si concentra su uno degli aspetti più problematici e affascinanti della vita diOriana: il suo legame profondo e tormentato con Firenze, a partire dalla nascita in Oltrarno e dall’adolescenza segnata dalla guerra. In primo piano le tante battaglie combattute per la città, in difesa della sua storia e del suo patrimonio artistico.
Dal libro emerge una Firenze a due facce, quella dell’establishment e quella del popolo, l’una ostile, l’altra vicina alla scrittrice che parla senza mezzi termini, sfida le convenzioni, non guarda in faccia a nessuno. Oriana può essere solo amata o odiata, in ogni caso fa discutere: appare chiaro già nel 2001, anno dell’attacco alle Torri Gemelle e della pubblicazione de La rabbia e l’orgoglio. È in quell’occasione che i nemici si moltiplicano.
Tanti indecisi si schierano contro Oriana e contro le sue posizioni su Europa e Islam, sul terrorismo e sul pericolo di uno scontro tra civiltà. La rottura si fa insanabile: quando la grande scrittrice morirà nel settembre del 2006 solo in pochi andranno al suo funerale e Firenze, madre e matrigna, non le riconoscerà mai il Fiorino d’Oro. Tra i pochi a ricordarla, oltre allo stesso Nencini, l’allora presidente della Provincia Matteo Renzi che mesi dopo le dedicherà proprio la sala stampa della Provincia.
Riccardo ricostruisce, con profonda partecipazione, la figura di una donna, che l’autore definisce “dal carattere difficile, aspro, ‘assoluto’”, che ha conosciuto molte guerre e molte ne ha combattute, non ultima quella contro la malattia che si è impossessata di lei negli ultimi anni di vita. Il libro rende così omaggio a uno dei più grandi testimoni nel Novecento, e ci accompagna allo stesso tempo in un viaggio emozionante nel cuore tormentato di Firenze.