IL MINISTERO DELLA VERITÀ 

Dei quattro ministeri che governano lo stato immaginario di Oceania, figlio della fantasia di Orwell, uno è il Ministero della Verità. Si occupa di propaganda e informazione, camuffa i dati, da’ la linea, una sorta di Minculpop di mussoliniana/staliniana memoria. Tipico degli stati totalitari. Già, e della regione Veneto, che giorni fa ha approvato una mozione che ha affidato alla matematica i parametri per giudicare la tragedia delle foibe. Se non vuoi essere tacciato di negazionista, devi tener conto di due numeri: 12.000 gli infoibati, 350.000 gli italiani costretti all’esodo. Non uno di più, non uno di meno, ed ecco infilate le mutande alla storia.
Due brevi note.
La prima. Se per assurdo questo criterio diventasse la norma, la ricerca storico-scientifica, e non solo quella, verrebbe bandita e i terrapiattisti esulterebbero. Depennati Newton, Galileo, Einstein, messo fuori legge il bosone di Higgs, i neri considerati una razza minore e via di seguito.
Sulla tragedia delle foibe, gli storici hanno sconfitto da tempo i negazionisti, in larga parte appartenenti a certa sinistra. Invaghiti dalla pessima novella che gli italiani in fuga da quelle terre fossero tutti fascisti. Di più. Una mano tesa al compagno Tito occultando il dramma di migliaia di famiglie.
Ieri certa sinistra, oggi certa destra, a specchio, entrambe fuori luogo, anzi: pericolose.
La seconda. L’esodo degli italiani dall’Istria e le foibe appartengono alla storia nazionale, sono parte di una memoria finalmente condivisa, di quel ‘comune sentire’ che lo storico Renan giudicava ingrediente indispensabile alle fondamenta di una nazione. Non possono essere scagliati da tizio contro caio per fini nemmeno politici, solo strumentali.
Per avere un’idea della tragedia butta via le mozioni che misurano una catastrofe umana sulla base di ascisse ed ordinate e leggi ‘Il lungo esodo’ di  Raoul Pupo. Basta e avanza.
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