Il segretario del PSI ha rilanciato giorni fa la socialdemocrazia come approdo del partito. Bene, ma il punto è con chi e con quali contenuti.
1. Il Pd aderisce al Pse dal 2014 ma in Italia agisce come se il socialismo italiano fosse un corpo da cui stare lontani. Due esempi: nessun richiamo nel simbolo alle elezioni politiche, una delegazione al Quirinale con rappresentanti di Articolo 1 ma senza PSI.
Dubito che i dirigenti del Pd presentino al loro congresso proposte rivoluzionarie, tali da trasformare il Pd in un partito socialdemocratico. Ragione in più per parlare di socialismo liberale, quel ‘lib lab’ su cui
Craxi costruì una bella storia a partire dagli anni ‘80.
2. Quanto ai contenuti, attenzione. Sarà Nordio e non Orlando a praticare la separazione delle carriere, proposta lanciata dai socialisti molti anni fa. Il Pd vota a favore del taglio dei parlamentari e del finanziamento pubblico, noi no. Il Pd vota a favore della riforma della scuola firmata Azzolina, noi no.
Voglio dire che il socialismo italiano ha le sue tipicità, esaltate in senso libertario ed europeista al tempo di Craxi segretario. Certo che vanno coltivati rapporti col Pd, che vanno strette alleanze, ma quei rapporti non possono escludere relazioni col mondo laico e democratico. Appartengono ad una diversa casa europea? E quindi? Abbiamo fatto alleanze elettorali con liberali e radicali, poi con Alleanza Democratica, poi con Rinnovamento Italiano, poi con i Verdi, poi La Rosa nel Pugno, poi Sel, poi di nuovo Verdi e civici prodiani, infine con Più Europa. Alleanze sempre mantenendo la nostra autonomia organizzativa, economica, politica.
Il Pd aderisce al Pse ma non è e non diventerà mai un partito socialista o socialdemocratico, le due anime costituenti, quella cattolica e quella comunista, non lo consentono. Almeno che le querce non facciano i limoni.